Persecuzione religiosa in aumento nel mondo

Fonte: FSSPX Attualità

Martedì 20 aprile, Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha pubblicato il suo quindicesimo rapporto semestrale sulla persecuzione religiosa nel mondo. La pratica della religione è ora in pericolo in paese su tre.

Il rapporto 2021 rileva notorie persecuzioni contro la pratica religiosa in 62 dei 196 paesi studiati - tanto varrebbe dire in tutti i paesi - o in un paese su tre, contro uno su cinque dell'edizione precedente, pubblicata nel 2018.

Lo studio dettaglia parlando di "persecuzione" in 26 paesi - quasi la metà dei quali in Africa - e di "discriminazione" in altri 36 (rispettivamente in rosso e arancione sulla mappa). Combinate, le due categorie riuniscono i due terzi della popolazione mondiale, ovvero circa 5,2 miliardi di persone.

La situazione è particolarmente drammatica nella Repubblica Democratica del Congo, in Somalia, in Libia e persino nei paesi del Sahel, che è diventato il secondo epicentro mondiale del terrorismo islamista.

"In Burkina Faso, solo il 30% del territorio sfugge ai terroristi, che rientrano in tre categorie principali: gruppi sotto la guida araba - Aqmi, Mujao e El-Mouaguiine Biddam -, gruppi tuareg, tra cui l'MNLA e Ansar Dine, e gruppi a guida nera , come il Fronte di Liberazione del Macina e Boko Haram", spiega padre Victor Ouedraogo, direttore del centro di comunicazione diocesano di Ouagadougou.

Elementi significativi che spiegano questo forte aumento

L'ACS offre un'analisi approfondita dei motivi che possono spiegare questa espansione. È esposta in 10 punti.

1. Le reti jihadiste transnazionali che attraversano l'equatore aspirano a diventare "califfati" transcontinentali. Lo Stato Islamico e Al-Qaeda, grazie al sostegno ideologico e materiale del Medio Oriente, uniscono le forze con le milizie armate locali e le radicalizzano ancora di più, per fondare "province del califfato" lungo l'equatore. La crescente violenza jihadista si sta diffondendo dal Mali al Mozambico, alle Comore e fino alle Filippine.

2. Un "cyber-califfato" in espansione a livello globale è ora uno strumento consolidato per il reclutamento e la radicalizzazione online in Occidente. I terroristi islamici utilizzano sofisticate tecnologie digitali per reclutare, radicalizzare e attaccare.

3. Le minoranze religiose sono accusate di essere responsabili della pandemia. I pregiudizi sociali preesistenti contro le minoranze religiose in paesi come Cina, Niger, Turchia, Egitto e Pakistan hanno portato a una maggiore discriminazione durante la pandemia.

4. Governi autoritari e gruppi fondamentalisti hanno intensificato la persecuzione religiosa. Nei paesi prevalentemente indù e buddisti dell'Asia, il nazionalismo religioso, manipolato dai governi, ha portato all'ascesa del suprematismo etnoreligioso. Questi movimenti hanno oppresso le minoranze religiose, riducendole di fatto allo status di cittadini di seconda classe.

5. La violenza sessuale usata come arma contro le minoranze religiose. Ragazze e donne sono state rapite, violentate e costrette a cambiare religione. Questi crimini sono stati registrati in un numero crescente di paesi. Queste violazioni, spesso commesse impunemente, rivelano una strategia per accelerare la scomparsa a lungo termine di alcuni gruppi religiosi.

6. Le tecnologie delle forze dell'ordine prendono di mira sempre più i gruppi religiosi. Un sistema di 626 milioni di telecamere di sorveglianza ottimizzati dall'intelligenza artificiale e scansioni di smartphone, controllati da piattaforme analitiche e abbinati a un sistema integrato di credito sociale, garantisce che i fedeli rispettino le decisioni del Partito Comunista Cinese.

7. 30,4 milioni di musulmani in Cina e Myanmar (compresi uiguri e rohingya) affrontano una grave persecuzione.

8. L'Occidente ha abbandonato gli strumenti in grado di ridurre la radicalizzazione.

9. "Persecuzione educata". Questo termine riflette l'ascesa di nuovi "diritti" o norme culturali. Queste nuove norme culturali, sancite dalla legge, causano un profondo conflitto tra i diritti individuali alla libertà di coscienza e religione e l'obbligo legale di rispettare queste leggi.

10. Dialogo interreligioso - un nuovo impulso dal Vaticano. In particolare la dichiarazione sulla Fratellanza umana per la pace nel mondo e la convivenza comune firmata da Papa Francesco e dal Grande Imam Ahamad Al-Tayyib di Al-Azar, leader del mondo musulmano sunnita.

Quest'ultimo punto è profondamente illusorio, come rivela il viaggio del Papa in Iraq, Paese a prevalenza sciita. Non è la diplomazia vaticana che saprà far convivere le due tendenze inconciliabili dell'Islam; né impedire la radicalizzazione, che fa parte dei geni della religione musulmana, inscritta così com'è, sia nel Corano che nella tradizione: l'hadith. Vedi lo studio sulla "Conoscenza dell'Islam" nei nostri documenti.

Cosa concludere da questo rapporto?

Basta essere attenti per rendersi conto che i persecutori nel mirino sono essenzialmente: musulmani, indù, buddisti e il governo marxista cinese. Senza dimenticare il totalitarismo del "politicamente corretto", che assume la forma subdola della "persecuzione educata".

Di fronte a questa persecuzione, i cattolici non hanno altra soluzione che essere testimoni, cioè "martiri" secondo l'etimologia, pregare per i loro persecutori e proclamare con forza la loro fede. Un vecchio apologeta lo ha detto con incomparabile accuratezza: "Il sangue dei martiri è un seme di cristiani". È anche necessario predicare questa fede con chiarezza e ricordare senza debolezza che non c'è salvezza al di fuori di Gesù Cristo e della sua Chiesa