La Santa Sede elogia l'accordo raggiunto con la Cina

Il convegno su Matteo Ricci. Sul leggio c'è il vescovo di Hong Kong, Stephen Chow
La recente celebrazione a Roma della figura di Matteo Ricci (1552-1610), illustre missionario gesuita italiano in Cina, è stata l'occasione per la diplomazia della Santa Sede per giustificare ancora una volta l'accordo provvisorio raggiunto tra il Vaticano e il Regno di Mezzo, un accordo rinnovato per ulteriori quattro anni il 22 ottobre 2024 e che rimane più che mai criticato.
"Matteo Ricci, un'eredità di amicizia, dialogo e pace". Si è svolto davanti a una platea di selezionatissimi ospiti il convegno organizzato dalla Gregoriana il 15 novembre 2024: durante il convegno inaugurale, il Segretario di Stato della Santa Sede in persona ha fatto rivivere la figura di Matteo Ricci attraverso il riflessioni dei papi Francesco, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
Il numero due del Vaticano ha colto l'occasione per giustificare la politica di riavvicinamento tra Santa Sede e Cina di cui è uno dei principali artefici: l'opera di padre Ricci "ha favorito e continua a favorire il cammino di dialogo intrapreso da da lungo tempo la Santa Sede con Pechino" e che, negli ultimi anni, "si è concretizzato nell'accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi, prorogato lo scorso ottobre per un periodo di quattro anni", ha dichiarato il cardinale Pietro Parolin, secondo l'agenzia Fides.
"Non può esserci contraddizione tra l'essere autenticamente cinesi e buoni cittadini e l'essere cristiani", ha insistito anche l'alto prelato agli ospiti cinesi accorsi ad ascoltarlo con particolare attenzione. A sostenere le affermazioni del Segretario di Stato è venuto l'ex direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi s.j., sottolineando l'opera di inculturazione di Matteo Ricci, di cui è anche postulatore nella causa di beatificazione.
Poi è toccato al vescovo di Hong Kong – anche lui gesuita – parlare ed evocare gli episodi significativi della storia della “nuova Cina” iniziata nel 1949 dopo la vittoria dei comunisti di Mao Zedong sui nazionalisti di Jiang Jieshi (Chiang Kai-shek), e di mostrarne l'impatto sulla vita della Chiesa.
"Nell’attuale fase storica – ha cautamente sostenuto il cardinale Stephen Chow Sau-yan – la Cina di Xi Jinping sa di essere diventata la seconda potenza economica mondiale e sente l’urgenza di definire in modo chiaro ed efficace la propria identità per 'affermare il suo ruolo sulla scena mondiale'."
Cercando di non offendere il presidente cinese, l’alto presule ha voluto ridimensionare il programma di “sinizzazione” richiesto dagli attuali leader politici come risposta a questa “urgenza di affermare la propria identità”.
Un processo, ha aggiunto il cardinale, che coinvolge non solo le comunità religiose, ma anche “i media, la moda, il tempo libero e tutte le espressioni della vita sociale”, tutti chiamati ad aderire in una prospettiva di “maggiore unità e a servire meglio il paese”.
In questo contesto, ha affermato il Vescovo di Hong Kong, la Chiesa si confronta anche con uno scenario nuovo, che vede gli apparati statali insistere sulla realtà nazionale, il ruolo accentratore delle autorità politiche e la pressante richiesta che tutti i soggetti e le realtà sociali si integrino deli “elementi cinesi”.
“Siamo dentro questo processo, questa metamorfosi”, ha concluso il cardinale Chow, e “dobbiamo capire cosa sta succedendo” con un “atteggiamento di dialogo, senza tirarsi indietro, ma pregando”.
L'ennesimo tentativo di ridimensionare agli occhi dei cattolici occidentali la politica estremamente aggressiva del signore di Pechino nei confronti del cattolicesimo che, scommettiamo, non avrà convinto molti, ma il punto essenziale forse non era quello: perché oltretevere, si sta lavorando intensamente per realizzare l'ipotesi di un viaggio apostolico di Papa Francesco in Cina.
L'inquilino di Santa Marta sogna, si dice, quale potrebbe essere il culmine del suo pontificato se, come il suo famoso predecessore nell'Ordine fondato da Sant'Ignazio, fosse un giorno ricevuto alla corte dell'"Imperatore Rosso", nel cuore della nuova città proibita di Zhongnanhai.
(Fonti: Fides/Asianews – FSSPX.Actualités)
Immagine: Asianews